Damien Hirst nasce a Bristol nel 1965. La sua carriera artistica inizia verso la fine degli anni Ottanta quando, insieme ad altri giovani artisti del Goldsmiths College di Londra, inizia ad esporre le sue prime opere presso alcuni spazi indipendenti della capitale inglese, tra cui ricordiamo la mostra “Freeze” del 1988 tenutasi presso i Dock Offices di Londra e che diede il via alla formazione del gruppo del Young British Artists e all’ascesa nel mondo dell’arte di Hirst. La sua arte è un viaggio attraverso il caos, la bellezza e la provocazione che sfida le convenzioni e affronta temi sociali.
Nel 1991, presentò al mondo “The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living”, comunemente noto come “Lo squalo”. Quest’opera consisteva in uno squalo morto sospeso in una soluzione di formaldeide in un’enorme teca di vetro. Questo audace esperimento provocò un acceso dibattito sull’arte, la morte e il significato della vita. Hirst aveva trasformato una creatura marina in un’icona dell’arte contemporanea. Questo suo interesse per la vita, la morte e la fragilità umana sarà un tema ricorrente nei suoi lavori: ricordiamo serie “The Medicine Cabinets”, in cui creò delle versioni in vetroresina di armadietti da farmacia riempiti con farmaci e oggetti medici, oppure opere con farfalle morte, teschi ricoperti di diamanti imitando che riprendono la memento mori.
Damien Hirst è un’icona dell’arte contemporanea. Ha influenzato generazioni di artisti dimostrando che l’arte può essere provocatoria, emotiva e, soprattutto, una riflessione sulla vita stessa. Con la sua audacia e il suo talento, Hirst continua a essere un “alchimista dell’arte contemporanea”, trasformando concetti e materiali apparentemente comuni in opere straordinarie e indelebili.