Roy Lichtenstein nasce a New York nel 1923 da una famiglia ebraica americana medio-borghese.
Il padre era agente immobiliare e la madre casalinga, lui era uno studente modello in ottime scuole e l’intera famiglia viveva a Manhattan. Gli piaceva la musica jazz, e passava il suo tempo a ritrarre musicisti. Nel 1943 viene chiamato in guerra sul fronte europeo e combatte in vari paesi dall’Inghilterra alla Germania. Torna in America nel 1946 dove riprende i propri studi artistici all’università dell’Ohio. La sua prima personale si tiene proprio nell’Ohio, a Cleveland, alla Ten–Thirty Gallery. All’inizio viene influenzato dal cubismo e dall’informale, mentre la sua propensione al pop e al fumetto si manifesta solo a partire dal 1961. E’ l’anno dopo che comincia la sua ascesa con una personale a New York nella galleria di Leo Castelli. “Un giorno mi è venuta l’idea di mettermi a dipingere argomenti banali. […] Ho cominciato a inserire immagini di fumetti nascosti nelle mie pitture. Erano Topolino, Paperino, Bugs Bunny.” Da allora le immagini per cui è celebre sono riproduzioni di vignette prese da fumetti, che vengono proiettate sulla tela al fine di ricalcarne i contorni nel modo più fedele possibile. E’ possibile vedere le sue opere in tre diversi modi. Il primo è una critica alla banalità dei temi della sua società; il secondo è la dimostrazione che tutto, volendolo fare, può essere ridotto a niente altro che a uno slogan pubblicitario; il terzo è che non è importante il contenuto di un messaggio, ma il come esso viene proposto: “Ciò che caratterizza la Pop Art è innanzitutto l’uso che fa di ciò che viene disprezzato”, ha detto. Ma perché la sua scelta è ricaduta proprio sui fumetti? E’ probabile che si tratti di una scelta di moda, che abbia solo buttato l’occhio a un prodotto commerciale in auge, ma c’è chi racconta che questa sua vocazione sia stata causa “di ordini di guerra”: un suo superiore, durante gli anni passati sul fronte europeo, gli avrebbe infatti commissionato dei disegni ingigantiti di vignette tratte da fumetti bellici.
Sarebbe però errato considerare Liechtenstein solo per la sua ricerca sul fumetto. Nella sua opera di imitazione sono rimasti intrappolati infatti classici della pittura, cartoline, depliant turistici e immagini pubblicitarie. Il tutto ridotto a prodotti di massa, alla stregua di un giornalino per ragazzini. Roy Liechtenstein è morto nel 1997.