Gianni Dova fu esponente del Movimento Spazialista prima (a cui aderiranno anche altri grandi nomi come Roberto Crippa, Lucio Fontana, Milena Milani, Giorgio Kaisserlian) e del Movimento della pittura nucleare poi, quella di Enrico Baj e Sergio Dangelo. Come egli stesso affermò, per Dova dipingere era il mezzo per comprendere la realtà, partendo da una astrazione per comprendere il reale. Inizia la sua carriera artistica seguendo l’orma cubista di Picasso affermandosi tra i principali esponenti del movimento neocubista e tra i primi artisti emergenti del secondo dopoguerra.
Dopo un periodo di avvicinamento alla corrente surrealista, Dova inizia a seguire il Movimento Spazialista di Lucio Fontana e si affilia al Movimento d’Arte Concreta di Dorfles e Ballocco, periodo in cui compaiono le prime forme liquide e ameboiche e di impronta informale. Il suo modus operandi era eclettico e rivolto ad un’arte fantastica con libertà espressiva ed eccentrica, caratterizzato da pigmenti che creavano una composizione figurativa, pur sembrando essere stati gettati sulla tela a caso e senza ragionamento.