Dato il notevole successo riscontrato sia da parte del pubblico (collezionisti e visitatori) che dai media, siamo lieti di annunciare la proroga della mostra dell’artista americano Mark Tobey dal titolo “Armonie Interiori” presso la sede milanese – in Via Lodovico Settala 59 – fino 31 maggio 2024.
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La mostra nasce in collaborazione con l’Archivio Hachmeister di Mark Tobey e con alcune importanti collezioni private italiane e straniere.
Nella sala principale della galleria sono presenti 15 opere uniche fortemente rappresentative del lavoro dell’artista tra cui World of Stones – del 1959 – esposta in una delle più importanti mostre personali di Tobey al Musée d’Art Décoratif di Parigi nel 1961; nella seconda sala sono, invece, esposte altre 10 opere – in edizione numerata – di grande qualità.
Una selezione di lavori che spazia tra le sfumature più sottili e simboliche dell’arte di Tobey.
L’artista ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte contemporanea: è noto per essere stato un pioniere della pittura moderna e in particolare un precursore dell’espressionismo astratto americano che ispirò, pochi anni dopo, l’arte di Jackson Pollock. Quest’ultimo conobbe i lavori di Tobey attraverso una mostra personale alla Willard Gallery di New York nel 1944 e, qualche anno dopo, iniziò i suoi caratteristici lavori con la tecnica del “dripping” dando vita all’«action painting».
Nonostante l’ascesa dell’espressionismo astratto a New York, dopo la Seconda Guerra Mondiale, Tobey mantenne la sua caratteristica pittura meditativa, prediligendo il piccolo formato e rifiutando di allinearsi a qualsiasi gruppo artistico della città. La sua fama superò i confini nazionali, trovando risalto in Europa con mostre significative, quali alla Tate Gallery di Londra nel 1956 o le diverse mostre alla Galerie Beyeler di Basilea (per citarne alcune).
L’influenza di Tobey raggiunse successivamente artisti di fama internazionale come Mark Rothko, Willem de Kooning, Morris Graves, Lee Krasner e in anni successivi fu d’ispirazione anche all’arte di Keith Haring.
Uno degli elementi distintivi dell’arte di Tobey era la sua abilità nello “scrivere” masse di calligrafie con pennelli sottilissimi, tempera e inchiostro Sumi, creando un “multiple space” definito attraverso la luce.
È così che nacque anche la tecnica del «white writing» (scrittura bianca), ispirata dai suoi viaggi in Cina e in Giappone e all’avvicinamento del culto religioso Baha’i, che trasforma la superficie della tela in un territorio multidimensionale e dinamico.
Tobey ha catturato l’essenza dell’esperienza umana in modo non verbale, trasmettendo emozioni attraverso forme e colori che vanno oltre il mero linguaggio. Ha lasciato un’eredità duratura nel mondo dell’arte, sviluppando uno stile unico che abbraccia diverse fasi creative e influenze culturali.
Un’ esplorazione di temi di spiritualità e interconnessione umana, intrisa di simbolismo e che trasmette un senso di armonia e pace interiore.