Suzanne Moxhay (Essex, 1976) fotografa inglese.
Dopo i primi studi di pittura presso la Chelsea College of Art, Suzanne Moxhay ha frequentato la Royal Academy Schools, dove si è laureata nel 2007.
Nella maggior parte dei suoi lavori l’artista cerca di rivelare l’essenza di ciò che viene abbandonato o dimenticato, attraverso la sovrapposizione, totale o parziale, di frammenti di immagini di altri luoghi.
Moxhay si muove con estrema naturalezza tra spazio reale e illusorio, tra idealizzato e concreto. Crea dimensioni ibride, statiche, quasi scenografie vuote pronte all’avviarsi dell’azione.
Le sue opere partono spesso da vecchie fotografie, riviste elementi dipinti, frammenti, collage costruiti che vengono fotografati nuovamente e manipolati digitalmente. Altre volte sovrappone frammenti di paesaggio su strati di vetro e poi ri-fotografa la composizione di nuova creazione, ottenendo un risultato molto simile alla tradizionale tecnica pittorica del film opaco.
Nonostante la natura greve delle sue rappresentazioni, le scene oniriche della Moxhay hanno una narrazione profonda che lascia riflettere su ciò che è stato e quello che verrà, metafora della vita e dell’esistenza. Le architetture catturate sono interrotte da elementi anomali, sorgenti luminose contraddittorie, prospettive difettose, paradossi di scala. La luce getta ombre nella direzione sbagliata, le pareti riescono a generare angoli, un’area dell’immagine può essere vista o come un muro di cinta o come un cielo coperto. Altro elemento significativo è la stampa con bordo morbido, uno dei processi utilizzati per creare il senso della distanza.
Suzanne Moxhay ha esposto ampiamente, sia a livello nazionale che internazionale dal 2002 e il suo lavoro si svolge in molte collezioni pubbliche e private di rilievo tra cui l’University of the Arts Collection, The Cooper Union di New York, l’FSC e la Lodeveans Collection. Mostre recenti includono ‘Saatchi’s New Sensations/ The Future Can Wait’ al Victoria House di Londra, ‘Afternoon Tea’ WW Gallery alla Biennale di Venezia e ‘GSK Contemporary: Earth Art of a Changing World’ alla Royal Academy of Arts.
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